Egon Schiele

EGON SCHIELE
Ovvero
IL MARE SOTTO LA PELLE

Sigla: 2° Movimento Titano di GUSTAV MAHLER.

(CONTINUA MUSICA + MARE+RISACCA+ GABBIANI+ VENTO)
SCHIELE:
Io vado per queste strade di città e percorro rive .Eccomi qua tra la gente che viene che va, ove son tristezze molte e bellezze di cielo e di contrada.
(SIRENA DI NAVE)
Un poeta ha le sue giornate
come tutti gli uomini…
passeranno via come nebbia
lenti e senza un grido
che diradi foschia..
(orchestra sinfonica che accorda gli strumenti,si ferma di colpo silenzio)
(Musica Schuman scene infantili resta in sottofondo)
SCHIELE:
Ho sognato Trieste, il mare,lo spazio aperto. Per consolarmi mi sono dipinto un battello a colori vivaci. Con lui posso veleggiare fino alle isole lontane. Oh mare!
(Sfuma musica)
NARR.:
Viveva una volta sul finire dell’ottocento a Tulln vicino al fiume Danubio, nel grande impero di Francesco Giuseppe, in una casa delle ferrovie austriache la famiglia Schiele. Il padre era il solerte capostazione della piccola cittadina, la madre accudiva con cura alla linda casetta, mentre Egon e Gerti, due dei loro figli di cui si parlerà in questa storia, erano inseparabili e non appena potevano, o con la fantasia o, più raramente con il treno, si inoltravano nel bosco fitto fitto del sogno, alla ricerca di colori, sensazioni che la quieta cittadina di Tulln non poteva contenere. Perchè solo lontano dalla loro casa e dagli altri, i due ragazzi vedevano il mondo aprirsi ai loro desideri e ai loro pensieri.
(Parte Grieg ‑ Peer Gynt ‑ mattino)
NARR.:
Una bella mattina di maggio del 1907, quando ancora la fine di quel mondo era lontana, salutando la mamma e lo zio che aveva preso il posto del padre morto due anni prima, salirono sul treno per Trieste. Quel giorno desideravano il sole, il mare e una città bianca che potesse suscitare meraviglie. Gerti, quattordici anni, indossava un abitino a fiori con mantella blu leggera,con un cappello di paglia che incorniciava il suo viso inquieto. Egon, di tre anni maggiore, con abito nero di lino, il colletto duro a chiudere, il viso abbronzato, sensuale e mobilissimo.
(Rumore di treno)
GERTI:
Come sarà Trieste, Egon ?
EGON:
Sarà piena di sole,di gente. Vedrai quanti colori. La gente stessa ha i colori addosso nei vestiti e nei visi
GERTI:
Saremo contagiati anche noi allora,dal colore e dal calore
EGON:(ride piano)
Certo. Compreremo subito carta e colori, e andremo a vedere le barche sul mare al tramonto. Appena arrivati
GERTI:
Mi hai promesso di andare anche in quella pasticceria, come sì chiama ?
EGON:
Il nome non me lo ricordo, ma ricordo il padrone: un orco,e il viso della padrona tanto bene, che potrei ritrarlo a memoria.
GERTI:
E’ bella ?
EGON:
E’ misteriosa. Proprio perché è visibile. Sensuale ma riservata. Se potessi dipingerla, le colorerei le calze blu come fossero gambe di mare, ma sul corpo spigoloso come il tuo, Gerti, appenderei un seno maturo.
GERTI:
Non ti basto più come modella ?
EGON:
No, ti farò mangiare dall’orco della pasticceria ahammm… Vieni qua, stupida sorellina, qua tra le braccia del tuo fratellino. Tu sei stata la prima guida nell’universo del corpo femminile, nel momento suo più bello.
GERTI:
Egon, quanto giovane durerà il mio corpo? Dipingimi ancora, nascondimi con i tuoi segni nervosi. Sarà la magia per restar…
EGON:
Il tempo può indugiare e il tempo può volare.
(Grieg – Peer Gynt- Morte di Aasee- il treno)
NARR.:
Nell’ anno stesso di questo viaggio a Trieste, Gustav Klimt, uno dei padri della Secessione Viennese che diede nuova vita all’arte europea, ebbe a dire dopo aver esaminato i disegni del diciassettenne Schiele :”Ma tu già sai più di quanto non sappia io stesso.” Nella pittura di Schiele erotismo e morte vanno a braccetto, come sosteneva in quegli anni magici anche l’ottimo Sigmund Freud. Ancora più drammatico è il connubio tra amore e morte in Schiele, perchè i suoi nudi, pur essendo giovani, sintetizzano con spigoloso stupore il dolore del vivere e del decadere. C’è in lui artista e uomo la bruciante ambivalenza di vivere e di ritrarre la vita. Dipingere e accarezzare. In ogni corpo che lui raffigura si mescola l’eccitazione sessuale e lo struggimento angosciato per la durata effimera di quel momento.
(Grieg ‑ Peer Gynt ‑ Danza di anitra‑ scende in sottofondo)
D’altronde come diceva Hermann Hesse il vero talento ha radici nel sensuale, in un sano darsi del corpo, della mente.
(Torna la musica che termina con rumori di città)
GERTI:
Che caldo, via la mantella.
EGON:
Perchè non via tutto! Via portiamo gli abiti pesanti dalla noiosa signora Mayer che ci ospiterà stanotte e poi corriamo al porto a dipingere le navi.
GERTI:
Si, e poi andiamo a fare il bagno.
EGON:
In acqua, si!
GERTI:
Però ricordati della promessa della pasticceria!
EGON:
Si, stasera alle prime avvisaglie del buio, quando il rosso avvamperà per la tua bellezza…
GERTI:
Egon! Mi confondi!
EGON:
E’ la città che confonde … E’ il suo omaggio più bello … Poi si spegnerà … Allora sarà il momento di aprire la porta ed entrare … Non saremo sopraffatti dalla famiglia degli orchi pasticceri….
(Tintinnio di campanello da porta parte la musica Peer Gynt Nell’antro …)
NARRATORE ORCO:
Desiderate ragazzi? Su venite. Entrate. Volete dei dolci? Guardate, guardate, scegliete, gustate, leccate, succhiate, toccate, palpate, suggete, bevete, leccate, leccate,
(Musica)
Abbiamo:
(crescendo la musica)
EGON
Pan di vescovo, presnitz, potiza Lunette, Pischinger torte, polentine
(musica)
Torta Velat, Ghirlandine, Damen Krapfen, Lunettine
(musica)
Gelatine, spiumini, monighele baicolì, tondelli
(musica)
Palle di neve alla crema, Powidl boemo, marmellate
(musica)
Palacinche, fritole strucolo , curambiè Pignolate, buzolai, fave e Kuguluf Buchtel, torta sacher, Koch, krapfencrem, linztort chifeleti, schnitte sandtorte e un pò di smarrn
(musica)
caramelle, marzapane, crema confetti, miele, cioccolata,rosolio. Ratafià
(Conclude musica)
NARRATORE:
La polizia austriaca arresta Egon Schiele un bel giorno di aprile, il 19 per l’esattezza,
del 1912 a Neulengbach, dove il pittore e Vally la sua modella convivente vivevano. L’accusa era di corruzione di minorenne e immoralità. La vittima: la signorina Tatiane
Georgette Anna Von Mossig di anni 14.
SCHIELE:
La prima volta che venne nel giardino di casa, era quasi spaurita. Aveva in mano un catalogo di una mia mostra; ma una sera bagnata come un pulcino per un temporale furioso bussò alla nostra porta e dopo essere stata confortata ed asciugata cominciò a dire che aveva lasciato la famiglia e voleva restare con noi, dove pensava di essere più libera che non nella sua opprimente casa. Le spiegammo lo scandalo a cui tutti e tre andavamo incontro. Comprese a stento e decise di andare l’indomani a Vienna dalla nonna. L’ospitammo.
NARR.
Il mattino dopo partirono tutti e tre per la capitale. Schiele si separò dalle due donne e solo la sera le ritrovò insieme, perchè la ragazzina non aveva avuto il coraggio di presentarsi alla nonna. Così tornarono a Neulengbach, dove ripernottarono.
SCHIELE:
Arrivò il mattino dopo il padre, ufficiale di marina a riposo. La bimba fece un plateale tentativo di suicidio con un paio di forbici, ma se ne andò con il padre. In apparenza tutto bene, ma…
NARR:
Gli agenti arrivarono. Accuse di pornografia, oscenità contro minori, confische, perquisizioni …
SCHIELE:
No, no, non nego di aver fatto dei disegni o dipinti che sono erotici, ma sono e saranno opere d’arte! Non ho esibito questi disegni ai bambini, non ho “corrotto”. Cosa vuol dire questa parola, sessualità forse? Allora si sono dimenticati questi tronfi tutori dei turbamenti della loro infanzia, il tormento del sesso della loro adolescenza? …
(Musica)
SCHIELE:
Cara Gerti, sorellina mia. Sono stato imprigionato. Chi si muoverebbe per me a Vienna? Gustav Klimt? Toni Faistauer? Roessler? Non credo. Sono stato solo tra l’umido, le ragnatele e i miei escrementi. Ho avuto pennelli carta e matite dopo giorni. E questo mi ha sollevato un po’;i primi tempi ho dipinto con lo sputo e la disperazione, scrostando con le unghie l’intonaco, un tramonto. Era Trieste, ho sognato Trieste, sai. Il mare. Ricordi Gerti? Ho dipinto un barcone panciuto poi, per consolarmi. Non potete voi di fuori avere la vera idea della prigione. Solo il grande Van Gogh ha ritratto in quel suo cortile livido uno degli aspetti più terribili, l’ora d’aria, quando si deve camminare tutti in circolo? Dopo 24 giorni il processo che mi assolve d’al reato di ratto e seduzione, ma che condanna i miei disegni, la mia arte. Un mio disegno bruciato, come l’inquisizione ! Chi ripudia il sesso è un essere sporco che degrada i genitori che lo hanno generato. Tornerò a rinfrancarmi a Trieste, Gerti. Debbo allontanare da me la nebbia dell’ignoranza. Ti bacio. Egon.
NARR. :
Egon morì nel 918 così come moriva una guerra un impero e un’epidemia, ma così come non muore l’arte…
EGON:
D’ora in poi chi non ha sofferto come ho sofferto io, dovrà sentirsi a disagio davanti a me.
NARR:
Soleva dire, e non sorrideva più come prima, davanti al mare di Trieste.
(Musica Grieg che diventa valzer finale)

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